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Dal doposcuola in presenza a quello a distanza preparando il nuovo che verrà

Nel 2009 nasce al Rione Sanità il doposcuola della Fondazione creata in suo nome. Inizia con un primo gruppo di volontari, amici della Fondazione Alessandro Pavesi, formato da insegnanti, studenti liceali e universitari, ma anche da adulti provenienti da altre professioni disposti a donare un pomeriggio a settimana per la crescita culturale dei tanti bambini italiani e stranieri del quartiere.

Il numero dei giovani allievi è, nel tempo, cresciuto sempre più ed il doposcuola è diventato via via più organizzato, con la copertura a turnazione di volontari tutti i pomeriggi scolastici, ed anche più strutturato, con la specializzazione per materie e l’inserimento di attività complementari come: l’attività ludica-sportiva, la logopedia per i bambini con difficoltà di apprendimento, i corsi di inglese estivi, il supporto nelle pratiche amministrative online, il reperimento dei libri di testo, le cure dentali  e tante altre attività di supporto ai ragazzi e alle loro famiglie.

In questi anni i volontari della Fondazione Alessandro Pavesi sono diventati circa cinquanta ed hanno seguito tantissimi bambini e ragazzi italiani e stranieri, circa 70 all’anno. Nel tempo, molti ragazzi sono cresciuti e andati via; alcuni hanno proseguito gli studi, qualcuno si è laureato o specializzato, c’è chi ha trovato un lavoro dignitoso.

L’obiettivo del doposcuola è di aiutare i ragazzi nello studio per dar loro migliori prospettive di vita e la possibilità agli stranieri di imparare l’italiano per inserirsi nella scuola e nella società, ma sono altrettanto importanti le chiacchierate e il rapporto umano che si crea tra adulto e ragazzo nelle ore trascorse insieme.

La speranza è di lasciare in loro tracce positive per la loro crescita culturale, educativa ed emotiva. È tanta la soddisfazione nel vedere i progressi nello studio dei ragazzi, così come vederli insieme a godersi la serenità di quegli spazi formando nuove amicizie, legami importanti, per vivere in un quartiere difficile.

Con l’inizio del lock-down lo scorso marzo, i volontari della Fondazione hanno iniziato a collegarsi via internet con i bambini che riuscivano a connettersi per continuare a seguirli singolarmente nei compiti. Tuttora si prosegue in questa modalità con appuntamenti quotidiani in cui si entra virtualmente nelle loro case, tra i loro familiari, tra le loro cose e nelle loro abitudini. Si studia in videochiamata con linee e dispositivi inadeguati, in situazioni a volte impossibili con tanto rumore di sottofondo, un vociare continuo, a volte grida, o in penombra per un fratellino che dorme vicino, il tutto in spazi estremamente limitati.

Sicuramente manca a tutti il doposcuola in presenza: il rapporto da vicino con i ragazzi, i loro capricci, i sorrisi, le storie del quartiere, la confusione di tutte quelle voci, gli spifferi freddi nel corridoio zeppo di bambini, il momento della distribuzione delle merendine e poi la corsa sfrenata verso il cortile per giocare. Tutto questo purtroppo non è ripetibile a distanza.

D’altro canto, il collegamento con le videochiamate permette di seguirli nello studio singolarmente, di entrare nella quotidianità delle loro case e nel vivo delle loro vite, vedendone tutti gli aspetti ma restando sempre in equilibrio per collaborare ed essere presenti senza però “invaderli”.

Tutti i bambini e i ragazzi non vedono l’ora di tornare alla normalità che per loro è rappresentata sia dalla scuola che dal doposcuola. Li aspetta la sorpresa della nuova sede per il doposcuola al Mendicicomio a via dei Cristallini che la Fondazione Alessandro Pavesi sta allestendo grazie al Progetto SPOT e alla collaborazione con la Fondazione San Gennaro ed al supporto di Fondazione con il Sud, Fondazione Mont Soleil e Pio Monte della Misericordia.

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