“Ogni volta che un ragazzo sale su un palco, il mondo si allarga.” Jacques Lecoq
Sul sottopalco del Teatro dell’IC Confalonieri Ristori (plesso Ristori), due classi hanno scritto con il corpo ciò che spesso le parole non osano dire. Non c’era finzione, ma una verità timida e luminosa, come quella che appartiene all’infanzia e al sogno.
Due gesti, due mondi: “La Soglia” della 2E con Sandra, Greta, Ciro, Salvatore, Victory, Marica, Ylary, Daniele, Titta, Giuseppe, Martina 0., Martina C., Vittoria, Ilaria, Antonio E., Antonio A., Gennaro, Brigida, Pasquale, e “Figli del cielo” della 3i con Annachiara, Elena, Carmen, Kostantin, Roberta, Daniela, Fabiana, Ciro, Gennaro, Anna, Antonia, Piero, Angelo, Alex.
Prima della rappresentazione della II media si percepiva l’emozione. Una ragazzina “prof, posso avere un attimo il copione?” Legge e si rilassa visibilmente. Tornano seri, mantengono la concentrazione durante la performance. Un inconveniente, scoppia la inevitabile ridarella, ma con stupore si ricompongono con grande sforzo. “La Soglia” della loro crescita personale balugina anche se solo per pochissimo negli occhi di questi preadolescenti. Non era scontato che sapessero essere fieri del lavoro che stavano svolgendo.
Per la III è stato diverso: consapevoli e sorprendenti nel non essere incasellati negli adolescenti distratti e superficiali. Quegli occhi di maschi timidi e di femmine leonesse si guardano trovando gli uni negli altri le medesime fragilità. Ed è bellissimo che si affidino gli uni agli altri fisicamente nel tenersi per le braccia o nel provare a volare sostenuti dal compagno. Sono “Figli del cielo” che osservano insieme, condividendo il timore e l’entusiasmo di affrontare il domani.