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I nuovi programmi nelle scuole 2017/18

Le “piantine di Ale”: potremo chiamare così le attività di promozione e crescita di una coscienza che la Fondazione Alessandro Pavesi attuerà anche nel prossimo anno scolastico in alcune scuole di Napoli, poiché si tratta di piantare dei semi di bellezza incentrati sul concetto di giustizia, legalità, solidarietà, pace, veicolati attraverso il teatro, mezzo e linguaggio ideale per arrivare al cuore dei bambini e degli adolescenti.
Sulla scia delle attività degli anni scorsi, i percorsi che si svolgeranno anche quest’anno scolastico, infatti, adoperano il teatro per raggiungere gli obiettivi e le finalità formative di cui la Fondazione è costantemente impegnata. L’educazione civica ma soprattutto un’educazione ai sentimenti ed alle emozioni (che sono la porta per una pedagogia dell’essere) sono le basi su cui si opera e si agisce per curare piantine che possano diventare alberi “ideali”.

La Fondazione Alessandro Pavesi sarà presente nelle scuole:
Scuola Media “C. POERIO”
III B – prof. Rosaria Petrucci
I E – prof. Antonella Messere

Scuola Media “A. RISTORI”
II D – prof. Donatella Molfino
III E – prof. Rosaria Ciardiello

Scuola Media “U.FOSCOLO – G. OBERDAN”
III I – prof. Ginella Palmieri

I.C.  “CAMPO del MORICINO” – Plesso Scuola Elementare “A. Negri”
V A – ins. Romina Frongillo
V B – ins. Carmela Sasso

I.C. “Russo. E. Montale” – Plesso Scuola Media “Lombardi-Fontanelle”
I G – prof. Ida Comite
II B – prof. Rosa Rea

Nell’ambito del progetto “Bottega Teatrale” al Rione Sanità, La Fondazione sarà presente inoltre con:
Laboratorio di educazione teatrale (5 – 10 anni) al Teatro Sanità
Laboratorio di espressività teatrale (11 – 14 anni) al Teatro Sanità e alla Scuola Media Fontanelle
Laboratorio per adulti, al Teatro Sanità e alla Casa del Momento

I progetti vogliono ribaltare uno dei fraintendimenti più assurdi su cui poggia gran parte della scuola degli ultimi decenni: sembra assurdo che la classe venga risolta a un campo di battaglia da cui devono emergere i vincitori (i primi, i bravi) e gli sconfitti (gli asini) all’insegna di un individualismo che è la negazione non solo di quel gruppo particolare, ma di ogni aggregazione.
È necessario puntare sul gruppo non con un intento di omogeneizzazione, quanto a un modello simile a un’orchestra in cui il risultato, la sinfonia, spetta a tutti e, certo, anche al direttore. Questi non suona alcuno strumento ma coordina, ascolta tutti i singoli membri del gruppo e li fa entrare in sintonia.

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